Museo Civico dei Brettii e degli Enotri di Cosenza
Sabato 14 novembre 2009 ore 17.30
La Mostra sarà visitabile dal 14 novembre al 28 Febbraio 2010.
La mostra è il fiore all’occhiello della più ampia rassegna di arte e letteratura annuale itinerante (Milano-Grimaldi-Cosenza-Milano), Tornare @ Itaca, ideata dal critico milanese Mimma Pasqua e dedicata per questa terza edizione al tema “Arte per la legalità”.
Una parte del ricavato delle opere poste in vendita andrà a favore dell’Associazione Libera della Valle del Marro di Gioia Tauro. Ai giovani dell’associazione di don Luigi Ciotti si è chiesto di condividere un progetto di “comunicazione sociale”, di cui l’arte e gli artisti devono essere portavoce.
L’auspicio è che attraverso le loro opere si abbia la possibilità di entrare nell’anima di uomini e donne di Calabria, dovunque il destino li abbia portati a vivere. Itaca vuole essere così il luogo del ritorno e delle emozioni, oltre che luogo di riscatto, riconoscimento sociale e appunto legalità. La mostra, con catalogo della Rubbettino Editore, organizzata dall’Associazione Vertigo Arte Contemporanea di Cosenza, che ha fatto suo il progetto di Mimma Pasqua e vi ha dato concreta attuazione, è stata resa possibile grazie al sostegno di Provincia e Comune di Cosenza, Fondazione Carical, BCC Medio-Crati, Rubbettino editore.
a cura di Mimma Pasqua e Franco Gordano
Parteciperanno all’inaugurazione:
Mario Oliverio (Presidente Provincia Cosenza)
Salvatore Perugini (Sindaco Cosenza)
Maria Francesca Corigliano (Assessore Cultura Provincia Cosenza)
Salvatore Dionesalvi (Assessore Cultura Comune Cosenza)
Maria Cerzoso (Direttore Museo Civico dei Brettii e degli Enotri)
Mario Bozzo (Presidente Fondazione Carical)
Don Pino De Masi (Presidente Associazione Libera della Valle del Marro)
Mimma Pasqua (Critico d’arte)
Franco Gordano (Direttore Vertigo Arte Cosenza)
Moderatore:
Elena Scrivano (Ufficio Stampa Comune Cosenza)
Gli Artisti partecipanti: Salvatore Anelli, Caterina Arcuri, Antonio Baglivo, Cesare Berlingeri, Maria Amalia Cangiano, Dario Carmentano, Lucilla Catania, Luce Delhove, Mariangela De Maria, Giulio De Mitri, Teo De Palma, Marcello Diotallevi, Mavi Ferrando, Franco Flaccavento, Rosanna Forino, Francesco Guerrieri, Anna Lambardi, Felice Levini, Ruggero Maggi, Lucio Perna, Lucia Pescador, Antonio Pugliese, Antonio Pujia Veneziano, Fiorella Rizzo, Martina Roberts, Mirella Saluzzo, Giuseppe Salvatori, Giulio Telarico, Armanda Verderame, Antonio Violetta.
Tornare@Itaca (Milano, Calabria) presso la Fondazione Mudima
da giovedì 16 a mercoledì 22 settembre 2010
Proveniente dal Museo civico dei Brettii e degli Enotri di Cosenza ( 14 novembre 2009 – 28 febbraio 2010), si inaugurerà giovedì 16 settembre 2010 alle ore 18,30 presso la Fondazione Mudima di via Tadino, 26 – Milano la mostra collettiva “Tornare@Itaca – Arte per la legalità“, a cura di Mimma Pasqua e Franco Gordano, organizzata da Vertigo Arte.
La mostra “Tornare @ Itaca” è un viaggio collettivo che il critico, l’organizzatore e gli artisti compiono insieme e Itaca è simbolo della Calabria e del Sud.
La mostra parte da Grimaldi, piccolo villaggio a sud di Cosenza, arriva al museo dei Brettii e degli Enotri della città bruzia per approdare a Milano: la rotta dell’emigrazione. La dedica alla legalità sta ad indicare che il ritorno al passato non ha senso se non è sguardo rivolto al futuro e che per la Calabria e per il Sud non c’è futuro senza legalità.
La Fondazione Mudima ospita la rassegna “Tornare @ Itaca – Arte per la legalità” per sostenere con la vendita delle opere in mostra l’Associazione “Libera”, che nella Valle del Marro e con la guida di Don Pino De Masi mette a frutto i terreni confiscati alle cosche, indicando un cammino e una direzione da seguire.
Artisti partecipanti: Salvatore Anelli, Caterina Arcuri, Antonio Baglivo, Cesare Berlingeri, Maria Amalia Cangiano, Dario Carmentano, Lucilla Catania, Luce Delhove, Mariangela De Maria, Giulio De Mitri, Teo De Palma, Marcello Diotallevi, Mavi Ferrando, Franco Flaccavento, Rosanna Forino, Francesco Guerrieri, Anna Lambardi, Felice Levini, Ruggero Maggi, Lucio Perna, Lucia Pescador, Antonio Pugliese, Antonio Pujia Veneziano, Fiorella Rizzo, Martina Roberts, Mirella Saluzzo, Giuseppe Salvatori, Giulio Telarico, Armanda Verdirame, Antonio Violetta.
L’esposizione resterà aperta da giovedì 16 a mercoledì 22 settembre (h.15,00-19,30 e su appuntamento).
Infine sabato 18 settembre alle ore 17.30 si terrà un dibattito sul tema della legalità con don Tonino Vattiata (Libera) e il giornalista Nando Dalla Chiesa.
Sponsor della manifestazione: Comune di Cosenza Provincia di Cosenza Comune di Grimaldi (CS) Fondazione Carical Bcc Mediocrati Rubbettino Editore
“Viaggio come ritorno nella geografia delle emozioni” dedicato a Pippa Bacca
Galleria Vertigo Arte di Cosenza
Sabato 13 Settembre 2008 ore 18.30
Sabato 13 settembre alle ore 18.30 s’inaugurerà la nuova stagione artistica (la sesta) di Vertigo, il Centro d’arte contemporanea in via Rivocati 63 a Cosenza, con la mostra collettiva itinerante “Tornare @ Itaca”, curata dal critico d’arte Mimma Pasqua con la collaborazione del poeta e vice presidente di Vertigo Franco Gordano.
Sono 29 gli artisti partecipanti: Salvatore Anelli, Patricia Bueno, Luciano Castellano, Luce Delhove, Mavi Ferrando, Franco Flaccavento, Rebecca Forster, Cesare Galluzzo, Alfredo Granata, Helene Gritsch, Anna Lambardi, Pino Lia, Giorgio Longo, Ruggero Maggi, Nadia Magnabosco, Marilde Magni, Marco Magrini, Tonino Milite, Giuseppe (Pino) Miniaci, Daniela Miotto, Giglio Pasotti, Salvatore Pepe, Lucio Perna, Lucia Pescador, Tarcisio Pingitore, Antonio Pugliese, Alfredo Pizzo Greco, Mirella Saluzzo, Vincenzo Trapasso, e da ogni parte d’Italia per soffermarsi sul tema del “Viaggio come ritorno”.
La mostra che durerà fino al 25 settembre approda da Milano dove nei mesi di maggio e giugno scorsi è stata ospitata alla Biblioteca Comunale Cassina Anna e alla Libreria Archivi del ‘900 e da Grimaldi dove è stata ospitata presso il Palazzo Comunale per tutto il mese di agosto e fa parte di un più ampio progetto che ha previsto anche serate di letteratura e poesia.
Rassegna annuale itinerante di arte e letteratura ideata e curata da Mimma Pasqua
La quinta edizione di Tornare @ Itaca è dedicata ai 150 anni dell’Unità d’Italia
Agosto 2011 – Tornare@Itaca, dedicato quest’anno ai 150 anni dell’Unità d’Italia, è ospitata come sempre nel Palazzo Comunale di Grimaldi per l’Anteprima Meridionale prima di arrivare a Cosenza.
Gli artisti hanno lavorato su una serigrafia della bandiera, forse quella che Attilio ed Emilio Bandiera portarono a Cosenza nel 1844, di proprietà del Comune di Cosenza e in dotazione al Museo dei Brettii e degli Enotri.
Salgo la scala che porta all’ultimo piano pensando che è un azzardo portare l’arte moderna in un piccolo centro, ma a chi esprime perplessità dico che può non piacere ma è sempre meglio conoscerla: è un’espressione del nostro tempo. Vado a “controllare” la mostra.
Fra il curatore e le opere si stabilisce una corrente di simpatia e appartenenza e questo motiva le mie visite giornaliere. Un’opera mi viene incontro sul primo pianerottolo. Lucio Perna, l’artista, ha lavorato di bisturi sezionando la stampa serigrafata prima di incollarla su un supporto ligneo.
Il diverso rilievo dato ai quadretti, alcuni emergenti rispetto ad altri, vuole significare il differente livello di sviluppo economico delle regioni del Centro-Nord rispetto a quelle del Sud.
Ha assemblato i frammenti sicché la visione complessiva ricompone l’unità.
Porsi di fronte alla bandiera e farla tutt’una col proprio intervento si intuisce non essere stato facile per gli artisti, che dalla riflessione sul presente sono andati alla ricerca delle proprie radici in una dimensione collettiva.
E la possibilità di un’analisi critica ha portato all’emersione sofferta di pregiudizi, incomprensioni e conflitti attraverso segni lacerati, disintegrazioni, appannamenti.
Il valore simbolico della bandiera si è così contaminato attraverso un percorso di natura intimistica e gli artisti hanno marcato il territorio apponendovi il proprio segno, evidenziando a volte il momento critico che l’ Italia attraversa in cui le forze disgregatrici sembrano acquistare forza e rilievo politico, anche se minoritarie, altre volte riaffermando i valori unitari e fondativi.
Il mito dell’eroe che non muore mai è la ragione d’essere dell’immagine di Garibaldi nel lavoro di Giannetto Bravi, mentre il fruscio di una stoffa ruvida al tatto avvolge il tricolore e rimanda a letti antichi e materassi cuciti a mano con lunghi aghi (Silvia Manazza).
Se un alfabeto immaginario ricopre la bandiera con lettere disperse bisognose d’approdo (Marcello Diotallevi) allora si pone in dubbio un’identità non accertata (Giovanni Sala) che si aggroviglia ancor più nel tentativo di ricerca del capo fila (Tiziana Priori).
Parole, cantilene, filastrocche convivono con l’Inno e canzoni cantate in coro e poesie e frasi solenni “chi per la Patria muor vissuto è assai” e la lettera di un soldato al fronte (Mario Parentela, Anna Boschi) si fanno memoria e dono sigillato (Giuseppe Salvatori) o deflagrano in acida, sublime follia (Giuliano Cotellessa).
E se una bandiera vorticasse nello spazio concentricamente spavalda (Paolo Barlusconi) forse atterrando dolente si troverebbe impigliata in un baffo lungo e ritorto di un Vittorio Emanuele a fumetto (Tommaso Binga).
Ma se l’Italia d’oggi è berlusconicentrica giochiamo di svelamenti e strappi per ritrovare il senso (Carlo Pozzoni) perché “essere o non essere” questo è il problema (Luca Maria Patella) e se Trinacria è il mio paese (Letterio Consiglio) non cancelliamo l’altro, unico e solo nella nebbia padana (Armando Fettolini), e non togliamogli il cuore svuotato d’amore (Bruno Mangiaterra) e riaffermiamo un destino (Maria Mulas) offrendogli un fiore (Fausta Squatriti) e, incidendo nel legno (Mavi Ferrando) perché duri nel tempo, ritroviamo le impronte ed i punti d’incontro in un nero profondo (Stefano Soddu) e tracciamo una pianta e imprigioniamo i frammenti (Armanda Verdirame) e ricuciamo ferite con un filo di spago (Anna Lisa Mitrano), con un velo pietoso (Loriana Castano) e recitiamo poemi di memorie passate (Silvia Cibaldi, Elisabetta Pagani), di serate
danzanti e salotti narranti (Evelina Schatz).
E spediamo parole con il vecchio corriere su una carta postale di un incerto spessore (Ruggero Maggi) o una foto tagliata di collage delusi con parole non dette (Armando Tinnirello) e con segno deciso affermiamo l’idea con parole di vento (Kengiro Azuma) o ammantiamo di bianco come coltre piumosa i colori vessillo (Tarcisio Pingitore).
Raccontiamoci infine un gran film d’annata, (Salvatore Pepe), un’italica storia. Un bel sogno sognato.
Mimma Pasqua
7 – 31 Agosto 2011 – Anteprima meridionale Mostra “La formazione dell’uno”, Palazzo Comunale – Grimaldi (CS)
7 Agosto 2011 alle ore 20.30 – Presentazione del libro “Cortigiani, giullari e mammasantissima” di Cataldo Russo
18 Agosto alle ore 20.30 – Spettacolo di Teatro e Musica “Simu briganti” di Cataldo Russo
9 – 27 Novembre 2011 – Mostra “La formazione dell’uno”, Palazzo Arnone – Cosenza
18 Novembre alle ore 18.00 – Presentazione del libro “La caduta delle meteoriti” di Bizhan Bassiri
“Arte per la legalità, un messaggio d’amore e di rispetto”
Rassegna annuale itinerante di arte e letteratura ideata e curata da Mimma Pasqua
La terza edizione di Tornare @ Itaca a sostegno dell’Associazione “Libera” di Don Ciotti
L’arte e la memoria dei luoghi.
Tornare@Itaca nasce tre anni fa, durante uno dei miei periodici ritorni a Grimaldi, dove sono nata, e si trasforma strada facendo in un ampio progetto che coinvolge artisti, poeti, scrittori e musicisti.
La rassegna parte da Grimaldi, dove si è svolta nella passata estate l’anteprima di artisti meridionali, fa tappa a Cosenza al Museo dei Brettii e degli Enotri e approda a Milano allo Spazio Tadini, seguendo idealmente il percorso degli emigranti. Vuole essere un invito ad una progettualità costruttiva e si avvale della collaborazione di Vertigo Arte.
La Calabria, che sembra avere dimenticato il suo passato, ha bisogno di recuperare le sue radici per progettare il futuro.
Questa Regione, terra di difficoltà passate e presenti, è e vuole essere anche terra di cultura, che per questo ha esportato ed esporta non solo negatività e paura.
Ritengo che attraverso le opere degli artisti presenti si abbia la possibilità di entrare visivamente ed emozionalmente nell’anima di donne e uomini di Calabria, dovunque il destino li abbia portati a vivere. Itaca vuole essere il luogo del ritorno e delle emozioni, oltre che luogo del riscatto e del riconoscimento sociale.
Il progetto del 2009 Arte per la legalità prevede una riflessione sulla Calabria del futuro, consapevoli che non può esserci futuro senza legalità. Per questa ragione gli artisti “dialogheranno” soprattutto con i giovani calabresi. Da qui il coinvolgimento dei giovani della Cooperativa Libera, fondata da Don Ciotti, che opera nella Valle del Marro e che a partire dallo slogan Cambiare per restare – Restare per cambiare così si presentano: “Siamo giovani di questa Regione e siamo orgogliosi di essere calabresi.
Viviamo in una terra meravigliosa, che racchiude al suo interno risorse profonde…
Allo stesso tempo siamo coscienti che la Calabria, purtroppo, è terra di mafia, sopraffatta da una velata rassegnazione che talvolta diviene indifferenza…. Siamo convinti che solo la forza della collettività può condurre a quel cambiamento che la nostra terra aspetta”.
A questi giovani, che lavorano sui terreni confiscati alla mafia, sarà devoluto il ricavato della vendita delle opere che avrà luogo a Milano, allo Spazio Tadini, alla fine del percorso.
Fiumi. “Un miracolo! L’acqua del fiume è viola !”
Avevo otto anni ed ero corsa da mia madre per comunicarle quello che ai miei occhi di bambina era un evento miracoloso. Solo molti anni dopo avrei appreso che si era trattato di uno dei primi casi di inquinamento ambientale e che “il tannino” aveva scaricato nella acque del Crati i residui della concia delle pelli.
Una vita lungo il fiume – Il parapetto del muro che funge da argine è largo abbastanza da permettere che ci si giochi in due alla lotta a colpi di bastoni incrociati che abbiamo visto fare nei film d’avventura.
D’estate le rive si coprono di erbe infestanti, rifugio di gatti e cani randagi, e si espandono occupando lo spazio lasciato libero dal fiume. Una mattina avevamo scoperto che i maschi vi facevano il
bagno nudi. Noi bambine, invece, non eravamo mai scese lungo le rive e lo guardavamo solo dall’alto. La libertà dei maschi ci era preclusa, anche se prima di diventare “signorine” ci era permesso di giocare con loro e prendere e dare botte all’occorrenza.
La mia casa, un piano tutto per noi di sole due stanze più servizi e un terrazzo per tetto, era sotto il livello del Crati. Il letto del fiume si era sollevato col passare del tempo e risultava essere più altorispetto alle case vicine. Il dislivello che ne derivava era una discesa formidabile per le corse con la carrozzina in cui mio fratello Giovanni di pochi mesi sembrava apprezzare, così pensavo, il gioco da montagne russe con cui Lina, nostra sorella lo sollazzava sollazzandosi.
Era un’alba del 1959 quando uno strano gorgoglio mi aveva svegliato insieme al suono di voci concitate.
Qualcosa di strano doveva essere successo. Lina ed io ci affacciammo in camicia da notte al balcone e ci si presentò una scena irreale. Il cortile della nostra casa era diventato un lago. Tutto era sommerso dall’acqua limacciosa del Crati, straripato durante la notte. I “tupinari”, le famiglie che vivevano come le talpe nei bassi e dormivano nelle cassapanche (quante volte avevo fantasticato terrorizzata sulla chiusura improvvisa del coperchio che poi non si sarebbe aperto), avevano rischiato di annegare ed ora erano sfollate nella vicina scuola elementare.
Nugoli di polvere si sollevavano dal fondo stradale non ancora asfaltato quando d’estate le carrozzelle vi passavano uscendo dal deposito. Noi bambini ci appendevamo sul retro lasciandoci trasportare e quando il cocchiere se ne accorgeva frustava il cavallo che, aumentando la velocità, ci costringeva a mollare la presa e a cadere nella polvere. Scene da far west domestico.
Francesca Rossoni abita e lavora a Milano. Appassionata di letterature francese, inglese e tedesca, ha svolto per anni attività di traduttrice. Si è inoltre occupata di editoria e uffici stampa per riviste specializzate. Scrittrice di molti monologhi e aforismi predilige i racconti brevi. Il suo libro di aforismi “Passepartout” ha ricevuto un’ottima recensione su Pen International. Gli stessi sono stati pubblicati su Selezione e recitati in teatro a Mordano e nelle botteghe degli artisti durante le manifestazioni del Festival di Spoleto. “Aeroplanini di carta” è stato pubblicato dopo menzione di un noto concorso letterario.
RITORNO A CASA
Il viaggio non fu lungo, ma alla vecchia seduta di fronte a me sembrò interminabile. Dava segni di impazienza. Era scarna ma robusta, capelli bianchi ancora folti, occhi pungenti, mani grandi maschili. Accanto a lei una giovane donna cercava di calmarla. La vecchia non le dava retta, guardava fuori dal finestrino scuotendo la testa. Colsi una frase in dialetto: Andate pure avanti così, vi troverete il cemento in bocca. Si rivolse a me: “Torno al mio paese dopo cinquant’anni.” “Mia nonna – precisò la giovane – ha novant’anni. Si è messa in testa di morire dove è nata. Non vuole credere che, ora, è un paese fantasma. La sua casa è in pessime condizioni, i campi invasi dalle erbacce, i vicini sono morti… stiamo andando nel nulla.” “Ho passato due guerre. Allora sì che era dura! Non mi spaventa più niente. Voglio ora solo una cosa: morire all’aria aperta.” “Una fissazione – continuò la nipote – a Milano ha tutto: una bella casa, sei figli. Mia madre ha solo diciotto anni meno di lei, più sorella che figlia…” “Quella – ghignò la vecchia – è già sotto terra!” “Vede come è – riprese la nipote – non apprezza chi le vuole bene. Io, per esempio, mi sono presa la responsabilità di accompagnarla, di stare un po’ con lei.” “Tu lì non ci resisti due giorni!” Mi squadrò: “Ce la faresti tu?” A togliermi dall’imbarazzo di una risposta squillò il cellulare. La nipote rispose a monosillabi, poi annunciò: “Lo zio verrà a prenderci in stazione con la macchina.” “Avevo detto di volerci andare in corriera al mio paese!” “Non c’è più l’autobus, nonna. La gente ora si muove in macchina.” La vecchia si alzò di scatto. “Vado a pisciare.” “Ti accompagno…” Un gesto scostante e si allontanò. “Lo zio vuole riportarla a Milano – sospirò la nipote – è tornato da poco, dopo anni, dall’Australia e vuole che vada a vivere con lui.” Il treno si era fermato alla stazione di Piacenza. Diedi un’occhiata dal finestrino e notai fra tante teste in movimento quella bianca della vecchia. “Sua nonna – dissi – ha mangiato la foglia. E’ scesa.” “Che faccio ora?” “Prenderà il treno successivo. Non ha altre alternative.” “Lei non sa quante se ne inventa… L’ultima impresa è stata quando è fuggita dall’ospedale. E’ riuscita a farla in barba a medici e infermieri. Ha chiesto un passaggio a un automobilista… farà la stessa cosa, se non peggio: farsela a piedi.” Mi prese le mani. “Mi aiuta a dirlo allo zio?” Per combinazione scendevo anch’io a Parma. Tornavo dopo tanti anni dove avevo passato l’infanzia. Volevo riprendermi il mio sguardo da bambina. Ci incamminammo tenendoci per mano. Lo zio, un omone dal colorito di chi ha vissuto una vita all’aperto, chiese senza preamboli: “Mia madre?” “Ha deciso di andare da sola.” “Che ci stavi a fare tu?” Gli raccontai tutta la storia. “Lo so, è testarda.” Si passò una mano sugli occhi. Una mano grossa dalla pelle spessa. “Di’ un po’, di terra ce n’è ancora?” “Ettari incolti…” “E la casa?” “Va restaurata.” “Questo è il meno. E’ il mio mestiere.” La vecchia l’aveva avuta vinta, pensai con soddisfazione. Li lasciai lì sulla banchina. Ora tocca a me, mi dissi, sfogliare a ritroso l’album dei ricordi, soffermarmi su certe immagini, entrarci dentro anima e corpo.